Nell'agosto 2011 è stato inaugurato il Centro Ambientale Archeologico sulla Civiltà dell'Adige, presso il Centro Culturale "Dino Coltro" in piazza Aldo Moro ad Albaredo d'Adige.
Nel maggio 2013 con le nuove teche avute con un contributo dato dall'Amministrazione Comunale di Albaredo d'Adige, è stata allestita una nuova esposizione con una più chiara visione dei reperti ceramici di epoca rinascimentale ritrovati in Adige, con annesso deposito/magazzino.
Nel corso di questi anni il Centro è stato visto da numerose persone e scolaresche del territorio, con apprezzati commenti per il lavoro finora svolto.
L'Adige e la sua civiltà
La Storia insegna che le grandi civiltà, soprattutto, quelle più antiche si sono sviluppate sulle rive dei grandi fiumi: si possono citare la civiltà Egizia con il suo fiume vitale, il Nilo, quella Assiro - Babilonese compresa fra i due fiumi il Tigri e l'Eufrate e la civiltà Indiana con il grande Gange. L'elenco potrebbe continuare!
Lo stesso insegnamento la dà la Storia anche per i fiumi dell'Europa, dove varie civiltà si sono sviluppate qua e là e in epoche diverse.
Il Continente europeo ha una sua configurazione diversa geograficamente: meno compatto ed esteso dei continenti dell'Africa e dell'Asia. I fiumi europei sono inferiori ai grandi fiumi sopracitati.
Fra questi fiumi, per la nostra territorialità si distingue l'Adige, che per la sua connotazione geografica e, specialmente, storica ha espresso una sua civiltà.
La sua fluvialità ha permesso lo sviluppo di una via commerciale dalle Alpi all'Adriatico, dove, per scambio, arrivavano le merci provenienti dal Nord Europa e dai paesi del mare Egeo e dall'Asia Minore.
Fin dall'Età del Bronzo Medio, XVI - XV sec.a.C., esisteva su questa via fluviale atesina un traffico di natanti con importanti prodotti, talvolta necessari, che venivano scambiati in natura, poiché non esisteva ancora la monetazione: dalle miniere di Hallstatt a Salisburgo (Austria) arrivavano i pani di salgemma e dalle estese foreste di conifere dei Paesi Baltici proveniva l'ambra, una resina fossile, chiamata in greco ELEKTRON, considerata allora universalmente un talismano benefico con potere magico; questa merce preziosa veniva scambiata con oggetti in bronzo oppure con tessuti o animali (pecore e altri).
Proprio l'ambra per la sua preziosità darà, in epoca successiva, il nome a vari itinerari quali le "vie dell'ambra".
E' l'archeologia, la disciplina che studia i reperti dei siti del Centro Europa e quelli delle terre pre-mediterranee, a constatare questa antica pratica commerciale.
Pratica che continua anche nei secoli successivi dell'Età del Ferro del primo millennio a.C. e nella fase romana, quando sulle rive dell'Adige si sviluppano i centri urbani di TRIDENTUM (Trento), VERONA e ATESTE (Este) e altri centri minori che oggi costituiscono la sede di operose entità demografiche.
Sulle rive dell'Adige esistono luoghi di attracco con i resti di antiche strutture di ricezione, magazzini, e luoghi di ristorazione. Ci sono i "BARCARI" con piccole imbarcazioni, che dal fiume ricavano sostentamento e nutrimento dando senso ad una vita molto laboriosa.
Una vera civiltà di gente con i propri ritmi le proprie usanze legati essenzialmente al "benefico fiume" (Virgilio, Eneide IX v.69).
Ora la modernità in poco più di 50 anni ha sconvolto tutto.
Il fiume non è più una grande via, anzi ..... è stato quasi dimenticato ... .
La mostra propone, con pochi reperti, i segni di un passato degno di essere conosciuto e ricordato
Gli oggetti ceramici e metallici esposti in questa mostra sono stati legalmente recuperati nell'alveo del fiume Adige ed inventariati.
Si ringraziano:
I dott. Brunella Bruno e Francesco Cozza della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto per la costante collaborazione e l'Amministrazione Comunale di Albaredo d'Adige per l'assegnazione di questa sede all'Associazione Adige Nostro.